Fossi riuscito a trovare sulla tastiera l’accento giusto da mettere sulla “o” di Mirò, avrei certamente preferito. Quindi consideratelo d’ora in poi acuto. Sono comunque contento di avere avuto l’opportunità in questo MTC60 lanciato da Mai Esteve del blog il colore della curcuma, di andare a sfogliare vecchi cataloghi di mostre dedicate ad uno tra gli artisti a me più caro, Joan Mirò, catalano di nascita, pittore, scultore, ceramista e molto altro ancora.
Grazie Mai, per il tuo post corredato da esempi uno più stimolante dell’altro, tanto quanto stimolante e giocosa sono la pittura e la scultura di Mirò!
Ero a Barcelona nel 1976, a visitare la splendida Fundaciò Mirò (e a questo punto gli accenti sono due, mannaggia!) a un anno dalla sua apertura, e fu amore a prima vista, poi nell’81 una bella mostra a Milano dedicata, quando Mirò era ancora in vita. Ma sentimentalismi e ricordi a parte, devo essere sincero che mi ha convinto da subito ispirarmi a lui, perché in fondo basta guardate le sue opere per trovare infiniti spunti, e le sue sculture in particolare non sono forse degli splendidi Pinchos? Nelle opere di Mirò ci sono “segni” ricorrenti, forti colori affiancati a formare un vistosi contrasti (che quasi ti viene appetito!), impronte che rendono riconoscibili le opere provenienti dalla sua mano.
Ma veniamo ai contenuti della gara.
Si fa presto a dire Tapas, se uno si immagina che è tapas tutto ciò che è di piccole dimensioni, da mangiare ovviamente. Niente affatto, perché come ci illustra Mai in modo inequivocabile sotto il nome generico di Tapas si nascondono in verità 3 tipi fondamentali di sfizi da apericena, come li definiremmo noi:
1. i Tapas veri e propri, ovvero delle piccole porzioni di piatti interi, che si mangiano al cucchiaio o forchetta, quindi da un piccolo piattino o ciotolina che sia,
2: i Pinchos, ovvero dei piccoli spiedini, golosità infilzate da mangiare in un paio di bocconi al massimo e direttamente dallo stuzzicadenti più o meno lungo,
3. i Montaditos, e qui siamo nei classici crostini, obbligatorio il pane quindi sul quale spicca la vistosa farcitura che dice già … mangiami mangiami!
E allora al lavoro!
Le dosi degli ingredienti di tutti e tre i Tapas sono sufficienti per 10 persone.
Lo “spiedino” utilizzato per il pincho, è realizzato artigianalmente in legno e canna e colorato con colori vegetali, barbabietola e curcuma.
La Tapa iconica
Molluschi e legumi che si sa vanno a braccetto volentieri, in piccola porzione servita nella conchiglia della capasanta. Nel caso specifico, seppia e crema di lenticchie rosse decorticate, aromatizzate ai fiori di finocchietto selvatico. I “segni” in carota e olive nere.
ingredienti
150 gr di lenticchie rosse decorticate
250 gr di seppia (peso da eviscerata e spellata)
1 scalogno
1 spicchio d’aglio
1/2 cucchiaino di fiori di finocchietto selvatico
2 cucchiai d’olio e.v.o.
1/2 bicchiere di vino bianco secco
sale e pepe nero q.b.
3 cm di carota e 3 olive nere denocciolate per la guarnizione
Lessate le lenticchie in poca acqua e a fine cottura (circa 15 minuti) riducetele in crema con il frullatore ad immersione, regolate infine il sale.
Tagliate grossolanamente la seppia e fatela insaporire per 5 minuti in padella con l’olio e lo scalogno tritato. Unite il vino, fatelo sfumare, salate, aggiungete i fiori di finocchietto e proseguite la cottura con coperchio a fuoco basso per circa mezz’ora, controllando spesso e se necessario bagnare ulteriormente con vino.
A cottura ultimata macinate sopra del pepe e unite la crema di lenticchie.
Servite caldo nella conchiglia di capasanta con la guarnizione di filetti di carota e rondelle di oliva nera.
El Pincho totemico
Cuore della “scultura” è una pralina di alici fresche, fritta nell’olio, e a racchiuderla la nota sapida di un buon pecorino toscano stagionato e la nota dolce del datterino.
ingredienti per 10 praline
100 gr di alici fresche
30 gr di mollica di pane toscano raffermo
1/2 bicchiere di latte
la scorza di mezzo limone
1 cucchiaino di foglioline di timo
6 cucchiai di semolino
sale e pepe nero q.b.
olio e.v.o. per friggere
10 datterini
10 cubetti di pecorino toscano stagionato (circa gr 60 gr)
Eviscerate le alici, scartate la testa, ricavate i filetti. Sciacquateli sotto l’acqua corrente e tagliateli a pezzettini.
In una ciotola mettete a bagno il pane nel latte. Una volta ammollato, strizzatelo bene, sbriciolatelo e unitelo alle alici assieme a metà del timo e metà della scorza di limone tritati finemente. Aggiungete sale e pepe e mescolate bene il composto.
Su un tagliere preparate la panatura di semolino con il resto del timo e scorza di limone tritati. Formate con il composto delle palline di circa 2,5 cm di diametro, impanatele nel semolino e friggetele nell’olio ben caldo fino a farle dorare.
Componete adesso il pincho infilando nello spiedo in ordine, datterino, pralina di alici e cubetto di pecorino.
Occhio al Montadito!
Un cappero per pupilla, sull’iride d’ovo sodo … il mio pane semintegrale a lievitazione naturale, tostato e spalmato di peperone rosso e avocado.
ingredienti
10 fette di pane semintegrale a lievitazione naturale
1 peperone rosso
1 avocado
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai di olio e.v.o.
il succo di mezzo limone
5 uova
5 capperi sotto sale
sale q.b.
Assodate le uova, passatele sotto l’acqua corrente e sgusciatele.
Sbruciacchiate il peperone sulla fiamma fino a farlo diventare nero, mettetelo a riposare in un sacchetto di carta per mezz’ora. Togliete quindi la pelle bruciata, i semi dall’interno, sciacquatelo bene e tagliatelo a pezzettoni. In una casseruola con l’olio fate imbiondire lo spicchio d’aglio tritato e unite il peperone, salate e proseguite la cottura con coperchio per circa 20 minuti bagnando spesso con acqua ma facendo ritirare tutto il liquido alla fine. Poi con il frullatore ad immersione riducetelo in crema.
Sbucciate l’avocado, tagliatelo a cubetti e in una tazza con l’aggiunta del limone, di un pizzico di sale e di un filo d’olio, riducetelo in crema con il frullatore ad immersione. Dissalate i capperi in acqua e asciugateli.
Togliete la crosta alle fette di pane e dategli la forma a occhio, quindi tostatele.
Spalmate sulle fette per metà la crema di peperoni e per metà quella di avocado, adagiate in mezzo una fetta di uovo sodo e guarnite con il cappero nel mezzo del tuorlo … e gli avanzi dell’uovo non si buttano ma si riutilizzano in altre ricette, guai agli sprechi!
E andate di Tapas alla Mirò!
Con queste ricette partecipo all’MTC60
Encantada. Stop. Finalmente il tema centrato! 🙂
Antonella, scusa se ti rispondo solo ora … ma grazie! Ma quanti commenti ho avuto sta volta 🙂
Una festa per gli occhi e non solo. Credo che sia riuscitissima questa trasposizione dall’arte alla tavola. È uscita la natura artistica dell’architetto stavolta!
Marina grazie!! Mi sono divertito… anche se l’ansia da prestazione non manca mai
Uao!!! Questa è arte 🙂
Oilà! Grazie Debora!
Che meraviglia Fabio… mi ha colpito subito il tema, sarà che ho amato anche io la Fundaciò Mirò a Barcellona, pensare alle sue sculture come pinchos è molto divertente e quando ho letto dello “spiedino” utilizzato per il pincho mi hai definitivamente conquistata!! Complimenti davvero! 🙂
Grazie Dani!! Dunque ci capiamo .. miró è un gran miró
sei forte Kamp! anch’io avevo pensato alle tapas artistiche catalane, poi mi è entrato il tarlo dei ricordi di viaggio, che non ho ancora sviluppato a dire il vero, ma ho già programmato la Vuelta 😉
Grazie Cri!! Mi divertiva troppo l’idea è poi per me Miró è un mito! Aspetto le tue
Meravigliosi meravigliosi sono delle piccole opere d arte i.miei complimenti
Grazie Veronica .. addirittura opere d’arte! Forse troppo ma grazie davvero!
Solo tu puoi riprodurre Miro’…il montadito è geniale !
Grazie Marina 🙂 forse irriverente citare Miro’ in un piatto, ma a lui sicuramente avrebbe divertito l’idea!
Mirò piace molto anche a me, anche se nella mia visita a Barcelona ho adorato io genio di Gaudì e quella sinuosità di spazi nelle architetture. Le tue tapas richiamano perfettamente Mirò e mi piacciono molto gli accostamenti di sapore. Se dovessi scegliere quale mangerei subito è il pincho di alici. Amore a prima vista 🙂
Paola grazie!! Ti confermo che il pincho con la pralina di alici non era male in effetti 🙂 grazie del tuo apprezzamento carino.
Un’idea favolosa trasposta in maniera fantastica! Occhio al montadito è geniale… 🙂
Claudio ma grazie davvero!! Mi sono divertito a progettarli …
..ma queste tapas sono da esporre!! Meravigliose.
Un saluto
Vera
Grazie Vera! Da esporre addirittura! Da mangiare di certo 🙂
Le tue tapas Miro’ mi piacciono molto! L’idea è veramente fantistica.
Complimenti!!!
Grazie Tina dei tuoi complimenti 🙂
Questo trittico è semplicemente pazzesco! Davvero questa tornata dell’MTChallenge sta tirando fuori il meglio da ciascun partecipante.
Le tue tapas sono stupende e raffinatissime, ricercate quanto basta ma al contempo “alla mano”. E giuro che in questo momento vorrei che fossero nella mia, di mano, per potermele gustare in tutta la loro squisitezza!
Eh Mapi non erano mica male sai … grazie tantissimo, e visti i tanti apprezzamenti metterò in programma un Mirò party 🙂
Mirò è anche uno dei miei artisti preferiti…complimenti davvero perchè nelle tue tapas hai reso davvero bene lo spirito che permea la sua opera!!
I “segni” di Mirò sono tantissimi, spero di averlo accontentato 🙂 grazie Claudia!
Sei stato meravigliosamente bravo!!!
Miro’ sarebbe stato entusiasta della tua proposta!
Complimenti
Grazie Lisa delle tue bellissime parole per me!! Anch’io ho immaginato che sarebbe piaciuto a lui
Mi prenoto per il Miro’ party (e a proposito di accenti, io sono su una tastiera anglosassone e non ti dico il nervoso, ogni volta): e ti porto un monaco tibetano per conservarti la pazienza, perche’ a curare tutti quei dettagli, con quella precisione, ci sei voluto solo tu. Facendo per giuta tre signori piatti, curati anche negli accostamenti dei sapori e nelle tecniche, appetitosi e gustosissimi.
Insomma, mi sa che ci sara’ la coda, dal Kamp, a questo party 🙂
Ok allora lancio il Mirò Happy Hour … magari verso fine novembre prima che riscappi via!! Grazie Alessandra, mi sono divertito sperando che anche Mirò abbia apprezzato, eh sì un po’ di pazienza ci è andata davvero 🙂
Che figata Fabio!!! Sono bellissime le tue tapas! Hai avuto una fantastica idea e l’hai realizzata alla grande!!! Sei forte!
Grazie Sabrina e scusa se rispondo solo ora … se non ci si diverte un po’ 🙂