Oggi, secondo il Calendario del Cibo Italiano by AIFB inizia la Settimana del Pesce Azzurro. Ambasciatrice della settimana è Cristina Galliti del blog Poverimabelliebuoni e questo è il mio contributo di toscana memoria.
Un alimento che non dovrebbe mai mancare sulle nostre tavole, il pesce azzurro, per più di una ragione. Perché è sano, ricco com’è di grassi buoni omega3 e di minerali e vitamine in quantità, perché è economico e perché è pure buonissimo, aspetto decisamente essenziale. Aggiungo pure, perché è facile da cucinare, giusto per sfatare la leggenda che cucinare il pesce è roba da esperti.
Nel post di Cristina troverete sicuramente dovizia di dettagli e informazioni perciò quello che vi potrei raccontare io sarebbe sicuramente un inutile doppione. Vi posso invece dire che di pesce azzurro ne sono ghiotto anch’io come lei e che davanti al banco del pesce è il primo che vado a cercare … Sardina, Acciuga, Sgombro, Palamita, Sugarello …
La preparazione con la quale contribuisco a questa settimana in realtà l’ho sempre realizzata con lo Sgombro, ed è quello che volevo fare anche questa volta, sicuro di trovarlo al mercato. Infatti è in genere reperibile tutto l’anno, ma come talvolta capita quando lo cerchi non lo trovi, e il giorno che ero andato per comprarlo per la mia ricetta, nella rete del pescatore c’erano finiti i Lanzardi, che sono pesci azzurri molto simili agli Sgombri tant’è che si possono decisamente confondere tra loro sia per l’aspetto sia per le loro qualità organolettiche. Non ho dubbi quindi e li acquisto per la mia preparazione. Ad un esame più attento si distinguono in realtà per un dettaglio: ambedue presentano sulla pelle argentata del dorso delle striature nerastre vermicolari, ma il Lanzardo al di sotto di queste possiede anche una o più file di macchie puntiformi.
Perché Scaveccio? Ma perché siamo in Toscana e per amor di terra natale lo chiamo così come fanno in quel di Orbetello dove marinano l’anguilla e la mettono in barili con aceto bollito e peperoni.
In ogni caso, scaveccio, scabeccio, scapece o escabeche che dir si voglia, veniamo al dunque delle scelte operate per questa preparazione in agrodolce.
Per contrastare un po’ il pungente dell’aceto, necessario per la marinatura e la conservazione del prodotto, ho deciso di speziarlo un po’ con la curcuma che oltre a dare la tipica colorazione gialla, conferisce morbidezza ai sapori in contrasto con l’accento piccante del peperoncino. La curcuma fra l’altro ha proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e immunostimolanti, il che certamente non guasta.
Di aceto, del quale faccio poco uso in cucina, ma essenziale in questa preparazione, me ne è stata regalata una bottiglia di produzione della mia amica Paola di Nidodelfalcone in Umbria e che con i suoi profumi e gusto ineguagliabile, ha donato al piatto decisamente una marcia in più.
Scaveccio di Lanzardo in agrodolce, speziato e piccante
ingredienti per 4 persone
2 lanzardi di circa 350-400 gr
1 cipolla di Tropea
2 spicchi d’aglio rosso
1/2 bicchiere di aceto
1 peperoncino
2 foglie d’alloro
1 cucchiai di zucchero
1/2 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaio di foglie di santoreggia fresca
2 cucchiai di farina
sale q.b.
4 cucchiai d’olio e.v. di oliva per le cotture
30 ml di olio e.v. di oliva da unire al composto di marinatura
Eviscerare i lanzardi e sfilettarli accuratamente togliendo poi le lische del dorso, ricavando 4 filetti. Infarinarli e passarli in padella con due cucchiai di olio a fuoco moderato, 5 minuti per parte, fino a che saranno dorati. Adagiarli quindi in una vaschetta con la pelle rivolta in basso.
Tagliare a fette sottili la cipolla e farla imbiondire per 10 minuti in padella con 2 cucchiai d’olio, dopo di che unire gli spicchi d’aglio schiacciati, l’aceto, la curcuma, lo zucchero, le foglie di alloro rotte sui bordi, la santoreggia, il peperoncino tagliato a metà e regolare il sale. Coprire con coperchio e fare cuocere a fuoco basso per 10 minuti.
A cottura ultimata, togliere dal fuoco, unire i 30 ml d’olio, mescolare bene e versare il composto sopra i filetti di lanzardo.
Fare poi raffreddare il tutto, mettere la pirofila in frigorifero e dimenticarla fino al giorno seguente.
… e sarà più buono il giorno dopo ancora!
Grazie Fabio, compagno di avventure a base di pesci azzurri, poveri e dimenticati!!!
Ottima proposta con il poco noto lanzardo e in una preparazione agrodolce che adoro.
Ci spunteranno le squame? 😉
mai mangiato preparato così, mi sa che fra qualche giorno sperimenterò la tua ricetta.
Ci proverò per annusare almeno l’aria toscana.
Antonella
Grazie Antonella! Ne puoi fare in quantità perché dura giorni … sempre che non hai troppi ospiti 🙂
Bellissima ricetta, e ho conosciuto un nuovo tipo di pesce azzurro! Grazie
Grazie a te Giuliana 😉
Adesso conosco un nuovo pesce. E una preparazione che, lanzardo o affini, userò sicuramente. Grazie!!! :-)))
Grazie a te Giovanna! Fammi sapere poi le tue varianti 😉
…sarebbe onorevole assaggiarlo qui tra le colline a Nidodelfalcone !! o no?
naturalmente sì .. e con l’aceto magico di Paola! In autunno un evento pesce a nidodelfalcone?