Sarà banale ripeterlo, ma siamo proprio fortunati di vivere in un paese come il nostro ricco di perle in ogni angolo. E il Lago Trasimeno è una di queste. A San Feliciano in questa settimana è in corso di svolgimento la Festa del Giacchio, giunta alla sua 36esima edizione, dove una piccola comunità si riunisce per ricordare antiche tradizioni.
Quando ho pensato di aderire alla due giorni dello scorso fine settimana, organizzata da AIFB (Associazione Italiana Food Blogger) ero certo di andare alla scoperta di qualcosa di magico.
La Festa ruota attorno alla pesca di lago che qui ha sempre coinvolto l’intera comunità e rappresentato fonte di sussistenza.
Ospiti della Cooperativa Pescatori del Trasimeno e della Pro Loco San Feliciano, non appena arrivati entriamo subito nella calda atmosfera del Lungolago Alicata, dove nel bel giardino in riva al lago con il suo strategico bar, si sosta piacevolmente, godendosi uno scorcio di territorio di eneguagliabile bellezza, e dove con naturalezza si socializza di lì a poco con l’intera comunità.
Sempre sul lungolago si trova la sede della Cooperativa dei Pescatori dove ci infiliamo subito dopo il drink di rito iniziale sotto la guida di Emilio che ci illustra come funziona la cosa. Tutti i giorni i pescatori conferiscono il loro pescato che viene subito lavorato a fresco da mani esperte. Si tratta a seconda dei periodi dell’anno di persico reale, tinca, latterino, boccalone, persico-trota, carpa, anguilla, carassio, pesce gatto, tanto per citare i più noti.
Lo seguiamo passando rapidamente nei vari reparti di sfilettatura, affumicatura e preparazione del pescato per la distribuzione, ma è già sufficiente per capire che qui il rispetto per le buone regole della filiera sotto gli aspetti sanitario e del trattamento del prodotto è di casa, a successivo beneficio della qualità di punta del prodotto finale … e quando più tardi ci sediamo ai tavoli della festa per una cena di convivialità, ne abbiamo le conferme!
Ma la pesca qui non è tutto rose e fiori come di primo acchito può apparire. Ci racconta questo Aurelio Cocchini, nocciolo duro della cooperativa, e principale artefice della rinascita della cooperativa stessa che dai 12 soci del 2012 adesso ne conta ben 44 tutti pescatori e 22 dipendenti impiegati nei vari settori dalla lavorazione alla distribuzione del prodotto. Aurelio ama questo mestiere nonostante sia difficile, faticoso e non di meno pericoloso, e non potrebbe farne a meno perché, ci confessa, l’unico capace di regalargli quelle emozioni che sono il senso stesso della vita. Ci racconta questo mentre ci conduce in barca verso il centro del lago per farci vedere come si buttano le reti e le sue parole e i suoi gesti sono già un film che ci porta indietro nel tempo.
E a proposito di storia, il Giacchio che dà il nome alla festa, altro non è che una antica rete da pesca le cui origini risalgono al medioevo. Di forma circolare e a cono, con i pesi nella parte bassa, viene lanciata da riva, con un movimento simile a quello dei lanciatori del disco. Il cono si posa sul fondo imprigionando i pesci e il pescatore agendo su una corda posta al centro chiude il cono nella parte inferiore formando un sacco. Questa tecnica, come ci spiega Aurelio viene ancora utilizzata nel periodo invernale quando i pesci si portano vicino alle rive dove l’acqua è meno fredda.
Ma torniamo in barca, anzi al Trasimeno. Questo lago, il più grande dell’Italia centrale, ha origini geologiche di tipo tettonico, e pare fosse qualche milione di anni fa, un golfo nel Mar Tirreno, divenuto poi successivamente lago con l’abbassamento del livello marino. Ma la sua peculiarità sta nel fatto che non ha immissari salvo piccoli torrenti e fossi che riversano nel lago praticamente solo acqua piovana. E se questo da un lato garantisce la salubrità dell’ecosistema, dall’altro gli anni di siccità possono mettere a rischio la sopravvivenza del lago stesso, e se poi consideriamo che la sua profondità media si attesta intorno ai 4 metri, capiamo bene quanto delicato sia questo ambiente naturale.
Per questo è importante l’esistenza di una Coperativa dei Pescatori così strutturata, che sfrutta sì la risorsa lago, peraltro a beneficio della comunità, ma soprattutto funge da custode di questo angolo di paradiso terrestre.
Mentre Aurelio ci riconduce in porto dopo averci portato lungo la costa dell’Isola Polvese, la più grande delle tre isole del lago, ci racconta anche delle altre attività della Cooperativa come Pescatori per un giorno, un programma per far vivere al turista l’emozione di un giorno di pesca con pescatori professionisti e naturalmente con spuntino a bordo a base di pesce di lago, o La vecchia frittoria ovvero uno street food che nasce sul lungolago tutti i fine settimana all’insegna della filiera corta di qualità.
Beh, immagino vi sia già venuta la voglia di andarci, ma affrettatevi però perché domenica prossima, 31 luglio, è l’ultimo giorno della 36esima Festa del Giacchio! Se invece non vi ho ancora incuriosito a sufficienza, rimedio subito con la descrizione del pranzo di domenica, giustappunto alla festa.
Qui la cosa che stupisce è che ti arrivano sotto il naso piatti che non ti aspetti in una festa di paese, come in fondo è anche la Festa del Giacchio, ma delle elaborazioni con accostamenti di gusto veramente eccellenti. Degno di nota anche, a mio avviso l’utilizzo di piatti di carta, bicchieri in vetro e posate vere, niente plastica quindi, e tanto di cappello!
Inoltre il pranzo era stato improntato sull’incontro tra il pesce di lago e altri prodotti di eccellenza della zona, come la Fagiolina del Trasimeno e lo Zafferano di città della Pieve, che abbiamo conosciuto attraverso la presenza dei relativi stand, e nel caso della Fagiolina in quanto Presidio Slow Food per la salvaguardia delle biodiversità, con la presentazione da parte della Condotta del Trasimeno. Legume coltivato sulle sponde del lago con metodi tradizionali biologici e raccolta a mano, presenta ben 50 diverse colorazioni e sapori, e dalla buccia quasi inesitente. Mi sono portato via naturalmente, sia un piccolo sacchetto di Fagiolina del Trasimeno, sia alcuni stimmi del prezioso Zafferano di Città della Pieve, e poi vi saprò dire … intanto dalla cucina della Festa, in ordine di apparizione: vol au vent con crema di patate allo Zafferano e Gambero di lago, polentina di Fagiolina del Trasimeno e Anguilla affumicata, polentina di mais bianco e Persico reale, crostino con ricotta, miele e Tinca affumicata, vol au vent con patè di Tinca … e vai con il primo, risotto allo Zafferano con Tinca affumicata e Persico reale … segue un vero e proprio street food di Latterini, filetti di Persico-trota & chips … arriva il secondoooo, filetti di Persico reale al burro e tartufo. E poi gli squisiti bianchi locali hanno fatto la loro parte.
Convinti adesso?
Per darvi il colpo di grazia aggiungo che Trasimeno è anche bellissimi borghi da visitare come Monte del Lago o Passignano, è anche Museo della Pesca a San Feliciano, è anche Oasi Naturalistica La Valle poco distante e dove si possono vedere tante specie di uccelli migratori.
Beh, mentre decidete il da farsi io vi lascio con le immagini di un’altra comunità bella consistente nella zona, i gabbiani, che concordano ampiamente con noi sulla bontà del prodotto locale!
Bello l’articolo e splendido tutto ciò che ruota attorno al lago. Il mio dispiacere è di averlo solo sfiorato con lo sguardo un paio di settimane fa.
Grazie Marina! Già, eri lì vicino ricordo, ma io che sono ancor più vicino di te l’ho scoperto solo ora! A prestissimo Fabio
Che bel post Fabio… è emozionante leggere una descrizione così appassionata di un luogo in cui sono nata e cresciuta, e che continua a stupirmi, scritta da chi lo guarda con altri occhi. Grazie!!!
Grazie a te Sara!! E soprattutto grazie che sei venuta a salutarci e spero che hai passato un buon weekend anche tu in famiglia .. a presto!! Bacioni Fabio
Eh caro Fabio, direi che un po’ di voglia l’hai fatta davvero venire anche a me… peccato per la distanza :-(, ma per chi abita in zona è assolutamente imperdibile!
Ciao Cinzia!! Grazie, è davvero un bel posto e se penso a quante volte son passato là vicino senza fermarmi .. ma quante vite ci vorrebbero per vedere tutto il nostro paese? Un abbraccio 🙂