E anche il Thanksgiving ce l’abbiamo alle spalle, contraddistinto dalla consueta strage di tacchini obesi allevati in tutta fretta per soddisfare la ricorrenza. Stimati 46 milioni adesso più altri 22 per le feste natalizie … possiamo continuare così?
Non vuol essere un attacco integralista, ben inteso, anche perché di peccatucci di questo genere ne possiamo nel nostro piccolo vantare anche noi, vedi polli carcerati costretti a vivere in gabbie da canarini prima di finire nelle vaschette di polistirolo tagliati a pezzi, per non parlare del destino dei mansueti agnellini per le nostre celebrazioni pasquali.
Cobbler e Gobbler se la sono cavata ma non lo sanno e comunque non possono certo organizzare un movimento di protesta; noi ci limitiamo a ringraziare Obama non solo per aver vinto le elezioni ma anche per averne salvati due di tacchini anziché uno come da tradizione e di aver dato un segnale seppur timido sull’argomento della salute di animali e popolo. Ci sarebbe da fare un articolone, ma evito perché ci passerebbe sicuramente la fame e sarebbe poi un controsenso invitarvi a provare la ricetta del giorno anche fosse vegetariana. D’altra parte lo scorso anno se ricordate me l’ero presa con il maltrattamento delle zucche, sempre per la medesima occasione … figuratevi, e si parlava appunto di vegetali! A noi adesso ci tocca il Natale e con orrore ho già visto sugli scaffali dei supermercati panettoni e pandori, e mi sono chiesto … riusciranno anche a farci perdere il senso della stagionalità di prodotti come i panettoni come hanno fatto con pomodori e zucchine? O forse è per distogliere il pensiero da altri problemi che ci inducono a pensare che è Natale tutti i giorni? In fondo è accaduta la stessa cosa anche con la ritualità del gioco, una volta era il sabato il giorno in cui si andava al botteghino per giocare qualche soldo e scommettere sulla fortuna, era un gioco ed era divertente per questo, adesso tutti i giorni c’è un’estrazione, così come tutti i giorni c’è una partita di calcio, tutti i giorni un telequiz demenziale. Regole del mercato. Per fortuna noi sappiamo che è meglio dedicare tempo ad attività creative, come ad esempio, tanto per citarne una a caso, la cura della nostra tavola e della nostra salute e di che cavolo servire agli ospiti che abbiamo invitato stasera. Ma di che cavolo stiamo parlando?
Cavolo cappuccio arrabbiato
Ingredienti per 4 invitati: 1/2 cavolo cappuccio, 4 spicchi d’aglio, una manciata di mandorle, un mazzetto di timo, un bicchiere di latte di soia, 4 cucchiai di olio e.v. di oliva, due cucchiai colmi di capperi sotto sale, due cucchiai di buon aceto di vino, un cucchiaino di peperoncino tritato, sale
Si tratta di un contorno, ovviamente, buono per accompagnare secondi di carne come una buona arista al forno, ma anche pesce se saporito tipo ad esempio un baccalà. Tagliate il cavolo a strisce e dopo averlo lavato mettetelo a cuocere in una larga casseruola dove avrete fatto leggermente imbiondire nell’olio, l’aglio tritato assieme al peperoncino e alle foglioline di timo. Regolate la dose di peperoncino a seconda di quanto vi piace piccante e abbondate con il timo. Iniziate la cottura a fuoco medio, salate e girate per 5 minuti per insaporire bene. Aggiungete le mandorle tritate, i capperi dissalati e l’aceto, poi girate di nuovo e abbassate la fiamma coprendo con coperchio. Controllate ogni 5 minuti e appena vedete che si è asciugato unite il latte di soia, girate e coprite di nuovo. In tutto sarà necessaria almeno una mezz’ora di cottura, in ogni caso fino a che il cavolo non risulterà tenero; il cuoco deve pur assaggiare per garantire un buon risultato! Se si asciuga di nuovo aggiungete semplicemente un po’ d’acqua per poter terminare la cottura.
E se vi avanza, che cavolo di ospiti avete!