I’d like to be … under the see … in an octcopus’s garden … in the shade … che splendida quella canzone dei Beatles a firma Ringo Starr dal titolo “Octopus’s garden”, e che ricorderete sicuramente! Ma quello che passa per essere il più intelligente tra gli invertebrati, si è imposto più all’attenzione del pubblico per caratteristiche e in circostanze del tutto particolari.
L’abitudine di circondare la tana da tanti piccoli sassolini e pezzi di conchiglia tutti ordinati, proprio come fosse un bel giardino, e che ha ispirato il famoso pezzo dell’inizio degli anni ’70, è forse la più nota ma anche la più sorprendente, perché il polpo è un animale piuttosto solitario e questo in genere è un comportamento tipico di chi conduce invece una vita sociale. E che dire dell’astuzia e della velocità che esprime quando devo procurarsi cibo, o di quando deve difendersi da un predatore più grosso di lui e che poi riesce a confondere nascondendosi in una nuvola di inchiostro … o della sua capacità mimetica dovuta alla possibilità di cambiare colore in un attimo adeguandosi ai cromatismi delle rocce … e avete mai visto un polpo nascosto dentro una conchiglia abbandonata muoversi quatto quatto sulla sabbia per non farsi notare? No? Per forza, era talmente ben mimetizzato che non lo potevate assolutamente vedere! Ma non capitate fra i suoi otto tentacoli perché vi riduce in frantumi in pochi istanti, soprattutto se è grande come quella di “Ventimila leghe sotto i mari”, la temibile piovra del racconto di Verne. Beh a parte gli scherzi, pare che a profondità consistenti negli oceani vivano davvero esemplari di diversi metri di lunghezza e che superano i 200 kg di peso … meglio non fare certi incontri, non deve essere entusiasmante finire masticati da un polpo gigante!
Per tornare sulla terra e a rimarcare la sua grande intelligenza, si narra che a Tellaro, piccolo borgo di pescatori vicino a La Spezia, in tempi lontani gli abitanti non avevano motivo di temere gli attacchi dei Saraceni, per la naturale protezione data dalla presenza della scogliera. Ma una notte, forse favoriti da una tempesta, i Saraceni ci stavano riuscendo. Ma non avevano fatto i conti con un polpo che vedendoli lanciò i suoi tentacoli sulla corda della campana della chiesetta del paese, svegliando tutti in tempo per organizzare con successo la respinta dell’invasore … da cui in memoria, la sagra del polpo in settembre, ovviamente!
E chi non ricorda il Polpo Paul, il cittadino elbano più famoso del mondo e orgoglio al tempo stesso di tutta la nazione, per le sue gesta nel pronosticare con esattezza i risultati delle gare dei mondiali di calcio 2010? Povero Paul, un bel giorno lo trovarono morto, un paio di mesi dopo essere stato protagonista indiscusso, per cause naturali così fu accertato; tale era la sua notorietà che la Spagna organizzò un vero e proprio funerale, l’acquario di Oberhausen dove aveva vissuto realizzò una statua in sua memoria … e il Comune di Campo nell’Elba gli ha dedicato perfino una via!
Ma il polpo ha sempre avuto in realtà una grande sfortuna … è sempre stato troppo buono! Beh, se non altro prima di venir catturato se la vive in piena libertà, e questo ci alleggerisce forse un poco dai sensi di colpa nel metterlo in pentola.
In tantissime preparazioni in tutto il bacino del mediterraneo, dalla francese bouillabaisse al cacciucco livornese, in insalate di mare o semplicemente bollito e condito con olio e limone è una vera delizia per il palato.
Polpetti di scoglio in crema di legumi
Per goderne in quattro: 1 kg di polpetti, 200 gr di fagioli cannellini, 400 gr di polpa di pomodoro, 4 spicchi d’aglio, peperoncino, sale, 4 cucchiai di olio e.v. di oliva, una manciata di prezzemolo tritato. Tempo di preparazione e cottura 2 ore circa.
I fagioli li dovrete preparare in anticipo facendoli rinvenire in acqua per circa 8 ore per poi lessarli in acqua salata con uno spicchio d’aglio conservando anche l’acqua di cottura. I polpetti ve li vendono in genere come già puliti, purtroppo spesso non è del tutto vero e perciò conviene che li ripassiate rovesciando la testa e togliendo le interiora eventualmente rimaste ed il becco che sta in mezzo ai tentacoli. Adesso prendete una casseruola, meglio se di terracotta ma non indispensabile, e metteteci dentro i polpetti, la polpa di pomodoro, l’aglio spellato e schiacciato, il peperoncino piccante (regolatelo a piacere ma si deve sentire!) e mezzo cucchiaino di sale. Girate e portate ad ebollizione, poi abbassate la fiamma al minimo e incoperchiate. In cottura si riducono di dimensione e buttano fuori molto liquido, inoltre per divenire teneri necessitano di almeno un’ora di cottura. Girateli ogni tanto e passato questo tempo controllate, e se c’è ancora molto liquido continuate la cottura senza coperchio in modo che ne evapori una parte. Fate anche un assaggio per sentire se sono diventati teneri. A questo punto schiacciate con la forchetta l’80% dei fagioli e assieme a quelli interi aggiungeteli nella casseruola ai polpetti. Amalgamate bene il tutto per 5 minuti, regolate il sale e se vedete che è diventato troppo denso aggiungete un po’ d’acqua di cottura dei fagioli in modo da ottenere la consistenza di una crema.
Serviteli caldi nei piatti di portata spolverati di prezzemolo tritato e accompagnati da un buon bianco secco.
Ho detto “in crema di legumi” perché se ne possono inventare alcune varianti, una ottima è con crema di piselli che potrete ottenere facendo un purè con i piselli secchi e cuocendo i polpetti in bianco senza l’aggiunta di pomodoro.
E con quello che vi avanza, il giorno dopo potete farne un ottimo primo aggiungendo ancora acqua di cottura dei fagioli quanto basta per farvi cuocere dentro delle tagliatelle all’uovo spezzettate; otterrete così una splendida zuppa di fagioli con i polpetti, e visto che le sere sono ancora fresche servirà per scaldarvi.
Ma si sa, la gola è tanta, e se volete provare anche questo piatto, ho paura che dovrete raddoppiare le dosi il giorno prima!
Immagine: intrusione in “neve sul pubblico”, una foto di Veronique Vial