Se i giorni passati non ci avessero convinti che siamo nel pieno dell’inverno, e che inverno, eccoci serviti con un altro bel weekendino tormentato da temperature sotto lo zero aggravate da raffiche di vento tipo bora triestina, mari agitatissimi e quasi sicuramente nevicate decisamente fuori dal comune … almeno speriamo fuori dal mio!
In verità a me la neve piace, non solo perché consente lo sci che è una mia passione, ma anche perché nell’ambito dell’alternanza delle stagioni rappresenta un momento magico, il paesaggio si trasforma completamente, tutto diventa più luminoso, i rumori si attutiscono, e tutto ciò è molto bello. Ma soprattutto la neve produce acqua, rimpinza le falde e i bacini per le riserve idriche; è vero quando ne viene troppa come in molte zone del nostro paese in questa tornata, crea sicuramente molti disagi e come abbiamo visto purtroppo anche molte vittime, ma ricordiamoci ogni tanto che la neve non è una disgrazia come lo sono i terremoti ma una cosa molto normale e che ha anche qualcosa di positivo.
Per l’agricoltura non sempre in realtà; se da un lato la neve fa bene alla terra per i futuri raccolti, quando è associata al gelo può effettivamente fare danni, in particolar modo quando gli abbassamenti delle temperature sono repentini e non graduali e per un periodo prolungato restano al di sotto dello zero, figuriamoci poi se accompagnati da venti forti come in questo caso; venendo meno l’escursione termica tipica della nostra regione tra le ore notturne e diurne, possono venir danneggiati quei prodotti ortofrutticoli di campo come cavoli, verze, carciofi e insalate in genere. E voi avete nei giorni scorsi fatto scorta di un po’ di queste verdure, che magari erano ancora quelle colte prima dell’evento atmosferico in questione? Se non lo avete fatto, vi consiglio di provvedere, perché in primo luogo forse tra un po’ potreste non trovarle o nella migliore delle ipotesi a prezzi aumentati dovuti ai maggiori costi di trasporto, e noi vogliamo privilegiare il prodotto locale e la filiera corta, no?
Bene adesso ci andiamo a preparare qualcosa di caldo, come del resto la scorsa settimana, ma d’altra parte zuppe, pasta e legumi, minestroni e consimili quando ce li vogliamo fare se non durante un periodo rigido come questo?
Come annunciato nel titolo sarà una proposta nell’ambito di ciò che io ho chiamato Re-Food, e del quale termine rivendico la paternità (© meglio aggiungere copyright, non si sa mai!), per indicare, come sapete le preparazioni eseguite con l’ausilio sostanziale degli avanzi, o come si dice in ambito industriale, di materia prima seconda.
Uno dei protagonisti di questa settimana è il pane avanzato e perciò indurito, con il quale si possono produrre piatti eccellenti, ci ritorneremo sopra, anche in primavera-estate; gli altri attori del re-food di questa puntata sono poi quegli ortaggi tipo la patata, il sedano, la carota, la cipolla che magari li avete lì da un po’ e devono essere usati, si sono ammorbiditi e fra un po’ li dovrete buttare … non sia mai! Ci inventiamo sempre qualcosa, ovviamente. Poi aggiungiamo anche qualcos’altro, di fresco magari e ci mettiamo al lavoro.
Re-Food n. 5
Minestra di pane anti-gelo
Minestra di pane che come saprete, fatta a sua volta avanzare, il giorno dopo passata di nuovo sul fuoco diventa più buona e si chiama Ribollita. Questa però non la potremo chiamare così perché nella Ribollita c’è anche il cavolo nero e io non ce l’ho messo. Ci ho messo comunque i fagioli cannellini che avevo fatto un paio di giorni prima e che erano avanzati, quindi li avevo già pronti, e sono necessari con un po’ del loro brodino di cottura per amalgamare i sapori e rendere il tutto più cremoso. Se prendete una verza intera per fare questo primo, non vi preoccupate, non vi avanzerà … la prossima settimana vi darò un paio di spunti per utilizzarla al meglio!
Ingredienti per 4 persone infreddolite: pane toscano raffermo sciapo 4 belle fette, 1 grossa carota, 1 grossa patata, 1 cipolla, due coste di sedano, 4 grosse foglie esterne di un cavolo verza, 400 gr di polpa di pomodoro, 2 tazze di fagioli cannellini già cotti, 2 spicchi d’aglio, 1 cucchiaino colmo di timo, sale, pepe nero, 4 cucchiai di olio e.v. d’oliva. Tempo di preparazione e cottura, circa 1 ora e 1/2
Tagliate a pezzettini, carota, sedano, cipolla e aglio metteteli in una casseruola con l’olio di oliva e accendete la fiamma. Fateli rosolare una decina di minuti a fuoco medio, poi aggiungete la polpa di pomodoro, mezzo cucchiaino di sale e il timo, mescolate e proseguite la cottura per dieci minuti. Tenete pronta dell’acqua bollente circa un 1 litro e mezzo. Tagliate a striscioline le foglie del cavolo verza, dalle quali avrete tolto la dura costa centrale, e a dadini la patata, buttateli in casseruola e aggiungete 1 litro d’acqua bollente. Incoperchiate e a fuoco medio continuate la cottura per circa 40 minuti, fino a che la verza sarà tenera. Tagliate le fette di pane in due pezzi e infilateli nella minestra, girate e controllate spesso che non si asciughi troppo e che non si attacchi (con il pane dentro può accadere); ma non deve essere neanche troppo acquosa, perché questa minestra come del resto la Ribollita, è buona cremosa. Portata a cottura la verza (il resto sicuramente è tutto cotto), aggiungete i fagioli, girate amalgamando bene il tutto, regolate il sale e proseguite per altri dieci minuti. Questo è il momento in cui controllare bene che la densità della minestra sia quella giusta, se troppo liquida fatela ritirare senza coperchio.
A questo punto fate i piatti di portata aggiungendo un generoso giro d’olio e.v. di oliva e una bella macinata di pepe. Se è bollente, fate calare un pochino la temperatura e gustatevela accompagnata da un buon chianti rosso.
E se non vi siete ancora scaldati, fatevene un secondo piatto!